La cucina contemporanea per Marco Ambrosino, chef di 28 Posti, bistrot a Milano, segue ed intreccia tre fili: stagionalità, scelte etiche attente all’impatto ambientale e ai processi di produzione rispettosi di persone ed ecosistemi, qualità degli ingredienti che garantiscono qualità nel piatto.
Le esperienze che spaziano da Ischia al Melograno con Libera Iovine al Noma di Copenaghen gli hanno permesso di creare un equilibrato connubio tra la cucina tradizionale campana e quella sperimentale e d’avanguardia.
Riconoscimenti e premi delle più importanti guide italiane lo segnalano come fra i più bravi e promettenti interpreti della pasta.
Grande attenzione anche al sociale nelle scelte estetiche nel design del locale: i lavori edili e gli arredi in legno sono stati realizzati da gruppi di detenuti del carcere di Bollate protagonisti di un progetto di reinserimento e recupero socio lavorativo.
di Laura Guerra