I motivi che portano tanti clienti europei fin sotto il Gran Sasso a mangiare al ristorante La Bandiera di Marcello Spadone sono sconosciuti persino a lui.
Olandesi, tedeschi, belgi raggiungono Civitella paese decentrato dalle grandi arterie di collegamento per scoprire i sapori d’Abruzzo; nell’esperienza della scoperta trovano le ragioni per ritornare e diventare clienti affezionati, di quelli che tornano.
Tornano per riascoltare il racconto di una storia che c’è già stata custodita dalla tradizione e dal territorio che Marcello e suo figlio Mattìa in cucina rielaborano seguendo tecniche contemporanee e Alessio valorizza in sala accostando i vini.
La linea femminile della famiglia ha lanciato e tuttora sostiene questo successo: prima Anna d’Andrea, madre di Marcello, che dopo due decenni a spadellare nella Capitale, nel 1977 diede forma al desiderio di un locale tutto suo nel paese natale e lo aprì – raccontano le memorie familiari – con la frase solenne: “S’innalzi la bandiera”.
Poi, la moglie Bruna Sablone che ha innestato le conoscenze di agronoma e cura il giardino-orto botanico che dà alla cucina erbe, ortaggi e verdure utilizzati anche per preparazioni in barattolo conservate sott’olio. Ne consegue che l’olio ha qui un ruolo da protagonista.
Con la mozzarella di bufala, hanno un rapporto d’amore a distanza; ne sono appassionati ma incontrano meno di quanto la golosità vorrebbe.
“Le materie prime che usiamo – dice Marcello sono tutte espressione della fortuna di vivere e lavorare in un posto meraviglioso che ha una tradizione culinaria fatta di carni di animali da cortile, prodotti di bosco, erbe spontanee del bosco, salumi e formaggi”. Un territorio che, grazie alle esperienze d’alta cucina internazionale rielaborate dai due chef, ritrova la sua potenza.
di Laura Guerra