Enzo Vizzari moderatore del laboratorio spiegava le caratteristiche della “pizza di Napoli, dunque italiana, dunque mondiale “. E’ stato questo l’attacco della due giorni parigina delle Strade della Mozzarella all’interno del Carrousel du Louvre.
Un pubblico attento, curioso si è approcciato al mondo della pizza napoletana. Salvatore Salvo ha presentato la margherita con pomodorini del piennolo dop dell’Orto di Lucullo, la mozzarella di bufala campana e un filo di extra vergine d’oliva dell’Antico Frantoio Muraglia.
L’impasto a mano con venti ore di lievitazione usando la speciale miscela che il Molino Caputo ha realizzato per le loro pizze.
Impasto a mano come di consueto per Franco Pepe con una lunga lievitazione e tanta idratazione. Margherita d’obbligo però questa volta con il San Marzano dop Agrigenus , mozzarella di bufala campana e un filo di olio evo dell’Antico Frantoio Muraglia.
La semplicità che diventa raffinatezza, sia nella scelta delle migliori materie prime, sia nella maestria di gestire impasti che arrivano ad una idratazione di oltre il 70%.
Colpiti affascinati dalla maestria dei due artigiani al lavoro, abbiamo scoperto più che mai che la pizza napoletana non è un solo un cibo ma un valore, da tutelare e comunicare nel mondo.
Champagne rosè Ruinart e Cerasuolo d’Abruzzo di Masciarelli e acqua San Pellegrino.
il banco della pizza
la pizza napoletana al Louvre
Franco Pepe e Salvatore Salvo
Thierry Desseauve mentre prova la mozzarella di bufala campana