21 Dicembre 2015

L’annata 2015 dell’olio extravergine d’oliva di Dievole – Toscana

«Siamo molto contenti dei risultati ottenuti, anche se non è stata un’annata così positiva e “facile” come molti dicono – racconta Marco Scanu, oleologo, tra i maggiori protagonisti del nuovo corso della storica tenuta di Dievole – Doveva essere l’annata del rilancio dopo il disastro dello scorso anno, ma alcuni problemi ci sono stati; ad esempio, in Toscana è mancato quasi del tutto il Moraiolo, a cui si deve la grande struttura e intensità degli oli toscani, e Frantoio e Leccino sono rimasti a farla da padrone. Si avranno quindi oli buoni lo stesso, ma in molti casi meno amari e piccanti di quelli a cui si è abituati.

 

Noi siamo riusciti ad affiancare al monocultivar di Coratina e al Blend 100% Italiano già realizzati lo scorso anno con le olive provenienti da Puglia e Basilicata (la cui origine è stata regolarmente dichiarata e tracciata con un’operazione di grande trasparenza, ndr) anche nuove etichette come la Dop Chianti Classico a base di Leccino e Frantoio da piante toscane, e la Nocellara del Belice sempre proveniente dal Sud.

 
Nel primo caso abbiamo tentato di fare un olio abbastanza strutturato nonostante l’assenza del Moraiolo, mentre nel secondo caso siamo davvero molto soddisfatti e lo consideriamo la principale novità dell’anno. Abbiamo sperimentato con tantissime varietà diverse, dalla Cassanese all’Itrana, alla Majatica, per trovare le condizioni ideali per ogni cultivar. Ci servirà da esperienza e ispirazione per i prossimi anni». La filosofia di Scanu, e di Dievole, è infatti quella di creare prodotti di alta qualità ma accessibili a tutti, puntando dunque anche su diversità, grandi numeri – supportati quest’anno dalle alte rese degli oliveti meridionali, soprattutto – e tracciabilità totale.
 

Altro elemento fondamentale, la coerenza. «Abbiamo deciso, ad esempio, di non presentare sul mercato l’IGP Toscano, di cui abbiamo imbottigliato appena 1000 litri come rappresentanza commerciale e basta. Purtroppo le condizioni climatiche e il grande caldo hanno portato a un deterioramento delle olive e non saremmo riusciti a fare un prodotto all’altezza delle aspettative, quindi abbiamo preferito rinunciare. Bisogna imparare ad accettare le avversità e i problemi, che dipendano da noi o da fattori esterni, mantenendo trasparenza e coerenza. D’altronde, il nostro lavoro consiste nel trasformare prodotti agricoli e siamo per forza di cose soggetti alle variabili della natura: standardizzare i prodotti è impossibile, e anche questo è un messaggio importante». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la novità che Dievole presenterà con il nuovo anno, un aceto di vino Chianti Classico che ridia valore e dignità a un grande prodotto della gastronomia italiana troppo spesso considerato residuale.

 

Riguardo alla Nocellara del Belice, invece, si tratta di un extravergine realizzato con le olive provenienti da Rosaneto e San Giorgio Lucano; si tratta di piante di 9-10 anni, nella loro migliore fase di espressione. Un olio dalla struttura medio-leggera ma di grande eleganza e fascino con i suoi accattivanti profumi di foglia di pomodoro, in cui il piccante predomina sull’amaro ma lascia spazio alle note tipicamente varietali e alla sua anima mediterranea. Perfetto per accompagnare piatti delicati a base di pesce o carni bianche, per Marco Scanu è ideale anche per insaporire una panzanella estiva. Affiancato alla Mozzarella di Bufala Campana Dop, poi – fermo restando che le si voglia aggiungere alcunché – gioca di rimando facendo tornare alla mente i profumi tipici della caprese grazie alla sua freschezza e aromaticità.

 

L’IDEA REGALO: un soggiorno nella splendida tenuta Villa Dievole, per lasciarsi coccolare dai tanti comfort del resort e vedere da vicino dove nascono oli e vini di grande livello.

 

di Luciana Squadrilli

altri articoli