La cucina nel tempo, negli ultimi venti anni, si è andata arricchendo di nuove tecniche, i cuochi si muovono molto di più, viaggiano, si scambiano punti di vista, discutono di questioni di gastronomia nei convegni nazionali e internazionali, mentre in passato, ai suoi esordi nel ristorante di famiglia La Torre del Saracino di Vico Equense, racconta lo chef Gennaro Esposito, tutto era avvolto dal mistero.
Gennaro Esposito ad LSDM10 moderato da Fiammetta Fadda.
Di cibo si parlava assai poco, non impazzavano gli chef in televisione, non esistevano ancora i social ad amplificare e diffondere il verbo culinario. Eppure qualcosa resta come una volta, ed è per Gennaro Esposito il rapporto stretto, quasi confidenziale, con i fornitori.
Una carrellata di 4 piatti, quella che lo chef propone per la decima edizione di LSDM, accomunati dalla vicinanza alla tradizione, intorno alla quale si muovono senza allontanarsene mai del tutto.
Ed ecco allora della quinoa con yogurt alla spirulina, limone e colatura di alici aggiunto a germogli di bietola, alici marinate e gelatina di acqua di pomodoro;
e poi un raviolo ripieno di pesto trapanese condito con anemoni di mare, ricci, asparagi freschi e lumachine di mare;
a seguire un cannoncino di ragù napoletano (e ricotta di bufala setacciata ad ammorbidire la ruvidezza del ripieno), impiattato con salsa di pinoli e stracciata di bufala.
In chiusura un dessert a base di mela e cannella, leggero, a ribadire la voglia dello chef di coccolare i clienti anche con della piccola pasticceria a fine pasto. La contaminazione avviene se c’è conoscenza solida, conclude lo chef. Quella conoscenza che oggi è sempre più possibile e va usata a piene mani.
di Amelia De Francesco.