Energia che si rinnova e si rigenera, deve essere questo il segreto che alimenta il lavoro di Cristina Bowerman chef di Glass Hostaria e Romeo a Roma.
Origini pugliesi, laurea in giurisprudenza a Bari, per 16 anni vive in Texas ai confini fra Stati Uniti e Messico dove per 10 fa la graphic designer. A quel tempo cucinava per gli amici, soprattutto pasta fatta in casa; in quel tempo si è affacciata la voglia di cambiare trasferendo talento e creatività dal foglio al piatto.
Non parte da autodidatta, pensa che gestire un ristorante non sia solo stare ai fornelli; frequenta l’ateneo di Austin per imparare a stare in cucina in una brigata, a gestire la clientela, a parlare in pubblico; si laurea in Culinary Art.
La sua cucina contamina, fonde, fa da incontro fra i sapori e la memoria d’origine pugliese e quelli tex-mex scoperti nel lungo periodo americano. Impossibile, per un temperamento ed una esperienza come le sue, confinarla in una materia prima piuttosto che un’altra.
Ora è il momento del plancton; la incuriosisce, la stimola, la ispira, lo trova interessante.
Materia contemporanea ma con lo stesso slancio si è fatta ispirare tanto dai broccoli quanto dalla pasta con i ricci e gli spaghetti con le vongole.
L’ingrediente della filiera bufalina che più la intriga è il latticello e ne accetta la sfida sul fronte acido. La mozzarella le piace: ama i formati grandi e più di ogni altro la treccia, la mangia senza nient’altro per sentirne la “mastica croccante”.
Il suo impegno per la diffusione del cibo di alta qualità e della cucina d’autore si esprime in Romeo Chef ad Bakery dove propone street food gourmet e al banco del mercato del Testaccio dove con Cups ripropone prodotti selezionati a prezzi alla portata di tutti, ricorrendo all’unità di misura tutta americana delle tazze – Cups.
Un modo per rendere invitante, accessibile, conosciuto il cibo di alta qualità in un contesto popolare come quello del mercato.
di Laura Guerra