Comincia con le domande del questionario di Proust – una serie di domande volte a definire la personalità in questo caso non tanto dello chef, ma del suo ristorante La Grenouillère a La Madelaine-sous-Montreuil, Francia del nord – l’intervento dello chef Alexandre Gauthier moderato da Maria Canabal.
Cosa è per lui La Manica? Il mare, parte del ritmo della loro vita e “fornitore” di primaria importanza. Cosa rappresenta il 1730? L’anno in cui è stata costruita la fattoria che oggi ospita il ristorante, in una zona paludosa ma bellissima e ricca di rane (grenouilles), naturalmente.
Qual è la sua madeleine di Proust? Gli aromi del giardino, dall’acetosella agli spinaci, che entravano a far parte dei piatti della nonna e ora dei suoi. È uno chef creativo ma con i piedi ben piantati per terra Gauthier, rigoroso ma capace di portare un video sullo stile delle “comiche” (in versione francese, ma pur sempre di humour si tratta).
Rispettoso dei prodotti a cominciare dalla mozzarella, che tiene a non “alterare” troppo ma si diverte a “mascherare” con altri ingredienti. Per esempio nel Vitellino al latte, piatto total white: un bocconcino di mozzarella e carne cruda di vitello da latte racchiusa da un velo di siero rappreso di mozzarella affumicata e da una rondella di rapa bianca con il tocco amaricante dell’atanasia, erba selvatica che cresce nei dintorni della mozzarella.
O della provola affumicata – “spellata” per evitare il tocco amarognolo della parte scura – e rivestita da un intenso succo caramellato di barbabietola rossa.
di Luciana Squadrilli
foto di Alessandra Farinelli